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Lavoro: chi troppo, chi niente.

By pellerano_14   /     Giu 13, 2013  /     Economia e sviluppo, Lavoro e formazione  /     0 Comment

Sul Secolo XIX di oggi l’Assessore Rossetti risponde – negativamente – alla mia proposta di dedicare un assessorato specifico al tema della formazione e dell’emergenza giovanile. Io resto convinto che invece basti organizzare meglio la Giunta Regionale senza aumentare il numero degli assessori e che un responsabile dedicato sia necessario. Rossetti non può seguire bene tutti i temi che elenca nel suo intervento: scuola, formazione professionale, Università, tirocini, progetto giovani… E’ anche Assessore al Bilancio e in questo periodo di crisi è chiamato a seguire tutti i conti della Regione, a trattare con il Governo e le altre Regioni per ottenere finanziamenti, a tenere i rapporti con i Comuni e con tutte le realtà del territorio che richiedono un sostegno… Buon lavoro a Rossetti (ne ha davvero tanto), grazie della risposta, ma cerchiamo di cambiare!

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Buone notizie su Ingegneria Navale, il nostro impegno porta frutti

By pellerano_14   /     Mag 29, 2013  /     Genova, Lavoro e formazione  /     0 Comment

Dal Rettore Deferrari oggi arrivano parole rassicuranti  sul futuro del corso. Sono contento perciò di aver sollevato la questione e del fatto che insieme ad una ventina di giovani politici genovesi di schieramenti diversi ci siamo ritrovati a difendere un’eccellenza cittadina. E’ una buona palestra per lavorare nell’interesse di tutti lasciando le divisioni in secondo piano.

Qui di seguito l’appello dei venti politici genovesi e sotto gli articoli che ne parlano.

INGEGNERIA NAVALE DEVE RIMANERE A GENOVA

Da alcune settimane sui giornali e sui siti di informazione liguri si parla insistentemente di un’ipotesi di trasferimento fuori Genova del Corso Magistrale di Ingegneria Navale.Come giovani genovesi impegnati in politica abbiamo deciso di attivarci insieme per scongiurare questo progetto che è del tutto errato e controproducente. Parliamo con una sola voce perche’ questo tema travalica le logiche di appartenenza e dobbiamo impegnarci tutti per il bene e per lo sviluppo della nostra città.La storia e il futuro di Genova sono legati indissolubilmente al mare ed alle navi: tra impiegati diretti ed indotto , intorno al principale porto italiano , lavorano molte decine di migliaia di persone. Non fu un caso se la Regia Scuola Superiore Navale – da cui tutta la facoltà di Ingegneria dell’Università ha tratto origine – nacque a Genova nel 1870. Sradicarla oggi dalla sua sede storica e naturale significherebbe disperdere un patrimonio culturale e professionale di eccellenze che da piu di 140 anni ha un solido rapporto con un territorio.Che senso avrebbe poi separare il Corso magistrale ( ultimi due anni) di Ingegneria Navale dal suo corso triennale ( primi tre anni) e dagli altri corsi di ingegneria? Il concetto di “politecnico” nasce infatti dalla necessità di garantire più specializzazioni, ma sempre nell’ottica di una formazione ad ampio spettro e del continuo confronto con le discipline affini. Non è possibile separare il corso magistrale dal triennale,Ingegneria Navale da Ingegneria Meccanica o da Ingegneria Civile ed è altrettanto insensato separarla da Fisica e Matematica!La frammentazione di un polo scientifico porta sempre ad un impoverimento e ad un indebolimento delle competenze, della qualità e della capacità di formare. E’ questo che vogliamo per l’Ateneo Genovese?Dal 1870 ad oggi, intorno al dipartimento di Ingegneria Navale, è nato e cresciuto un patrimonio, di professionalità, di competenze, di imprese, di centri di ricerca, di esperienza sul campo, unico in Italia . RINA, FINCANTIERI, CETENA, NAVALIMPIANTI, solo per citare alcune delle realtà più note, ma esiste anche una fitta rete di società di ingegneria, studi professionali, società di classifica straniere, cantieri, compagnie di navigazione.

Il corso di Ingegneria Navale è stato ed è un tassello fondamentale di questo mosaico. Trasferire Ingegneria Navale significherebbe commettere l’errore strategico di indebolire un sistema già presente, funzionante ed impossibile da replicare altrove in Italia. Perché? A vantaggio di chi?

Fincantieri ha recentemente offerto all’Università di Genova di ospitare i laboratori di Ingegneria Navale presso il suo stabilimento genovese : riteniamo si tratti di una grandissima opportunità per l’Università, per Fincantieri, per Genova e per l’Italia.
Realizzare a Sestri una forte sinergia fra Fincantieri, il CETENA e tutta la Scuola Politecnica (non solo ingegneria navale) significherebbe anche garantire interessanti prospettive di sviluppo per il futuro della città , del cantiere e dei giovani .

Auspichiamo pertanto che la citta tutta , nelle sue diverse componenti e a tutti i livelli, dia seguito alle iniziative già prese in Regione, Comune e Municipi e si mobiliti per fare in modo che il Corso di Ingegneria Navale rimanga a Genova.

Se anche Tu pensi che Genova debba far sentire la sua voce contro il trasferimento di Ingegneria Navale puoi sottoscrivere questo documento scrivendo una mail a

genovaxnavale@gmail.com

IL DOCUMENTO E’ STATO SOTTOSCRITTO DA

Consiglieri Regionali
Lorenzo Pellerano (Lista Biasotti)
Edoardo Rixi (Lega Nord)
Consiglieri Comunali
Alberto Pandolfo (Pd)
Marianna Pederzolli (Lista Doria)
Presidente di Municipio
Nerio Farinelli,  Presidente Municipio IX (Lista Doria)
Assessore di Municipio
Paola Maccagno, Assessore Municipio IX (Pd)
Consiglieri Municipali
Municipio I Centro Est
Tomaso Giaretti (Pdl)
Giulio Gennaro (Lista Musso)
Andrea Grasso (Lista Musso)
Municipio IV Media Val Bisagno
Mattia Marchesi (Pd)
Municipio VIII Medio Levante
Stefano Costa (Lista Musso)
Andrea Crocilla (Pd)
Edoardo Marangoni (Udc)
Municipio IX Levante
Luisa Cozzio (Pd)
Fabrizio Ortona (Gente Comune)
Federico Bogliolo (Udc)
Walter Vassallo (Lista Musso)
Maurizio Moretti (Lista Musso)
Alessandro Costanzo (Pd)
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Ingegneria Navale: ho aperto il dibattito, ora buon senso oltre i campanilismi

By pellerano_14   /     Mag 03, 2013  /     Genova, Lavoro e formazione  /     0 Comment

Non nascondo la mia soddisfazione, perché il dibattito apertosi sul trasferimento di Ingegneria Navale da Genova, sede della Facoltà da oltre 150 anni, nasce  dalla mia interrogazione in Regione e dalla mia decisione di rendere noto alla stampa il memorandum già predisposto tra gli Enti coinvolti.  Il mio obiettivo, raggiunto, era proprio quello di una discussione aperta ai punti di vista di ogni soggetto interessato, come in fondo sarebbe normale.  E’ così che si sono susseguiti gli interventi delle istituzioni spezzine ma anche dei sindacati e di Confindustria e ultimo ma decisamente gradito, l’intervento del Sindaco Doria che ha espresso un “no” convinto al trasferimento. Non solo: anche l’Università sembra non accettare più ciò che le avrebbero servito su di un piatto d’argento. Trasferire Ingegneria Navale alla Spezia significherebbe indebolire la Facoltà ma anche spezzare un legame costruito lungo decenni tra l’economia del primo porto del Mediterraneo e la formazione in un segmento strategico.

Seguiamo poi attentamente la proposta di Fincantieri che sta valutando investimenti importanti in ricerca e si offre di ospitare i laboratori di Ingegneria Navale nella sua sede di Sestri Ponente. E’ una grande opportunità, utile a chiudere la partita sull’ insediamento di Ingegneria agli Erzelli.  Sono convinto che anche la Regione – finora silente sul tema – possa fare molto per la permanenza a Genova del corso di Navale. Sottolineo ancora che se non avessi divulgato i contenuti del memorandum, si sarebbe consumata l’ennesima operazione all’insaputa dei liguri, nelle stanze chiuse della politica,  per sfociare poi magari in anni di sterili discussioni, con ritardi costosissimi sul piano dello sviluppo della nostra regione. Lo dico perché è già successo: Gronda, Erzelli, Ospedale del Ponente…

Confido che il dibattito imprevisto  faccia comprendere ad una certa parte della politica che si deve coinvolgere tutta la rappresentanza su scelte che riguardano il futuro della nostra regione. Si può lavorare insieme per obiettivi comuni e di buon senso, cooperando oltre i campanilismi.

Anche dal sindacato una posizione decisa

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Genova non può perdere Ingegneria Navale

By pellerano_14   /     Apr 19, 2013  /     Genova, Lavoro e formazione  /     0 Comment

Una cartolina raffigurante lo storico transatlantico Michelangelo, interamente progettato e costruito a Genova.

Il dibattito sui giornali dopo il mio allarme sul trasferimento da Genova della facoltà di Ingegneria Navale.

Le mie considerazioni sulla vicenda e sul memorandum che deve essere sottoposto a discussione.

Il trasferimento del corso di Ingegneria Navale alla Spezia qualche giorno fa sembrava solo l’auspicio di qualche autorità locale spezzina ma ora appare una possibilità fondata. Infatti secondo un documento che ho acquisito in questi giorni è evidente come il progetto di trasferire il corso di laurea sia già in fase avanzata. Il documento, che nelle prossime settimane sarà sottoposto all’attenzione del Cda dell’Ateneo genovese, mette nero su bianco tutte le modalità dell’operazione di spostamento.

Il memorandum, che a breve potrebbe ottenere la firma di tutti i potenziali sottoscrittori, sigla l’intesa tra Ministero della Difesa, Ministero dell’Istruzione, Regione Liguria, Comune della Spezia, Distretto delle tecnologie marine e Fondazione Promostudi della Spezia per la costituzione del Polo Universitario Marittimo della Spezia. Secondo quanto leggo, l’operazione, a livello economico, sarebbe resa possibile da un trasferimento alla società Promostudi della Spezia di 4,5 milioni di euro di Fondi Fas, inizialmente destinati al mantenimento dei poli universitari decentrati.
Siamo davanti a un tragico errore strategico: davvero la giunta Burlando intende avallare l’ipotesi che il principale porto italiano sia privato del corso di Ingegneria Navale? Occorre fermarsi e valutare, insieme a tutte le parti interessate a livello regionale, le conseguenze, soprattutto negative, che un’operazione di tale portata avrà sicuramente sul nostro territorio.
Vorrei ricordare che il corso di Ingegneria Navale è l’erede di quella Regia Scuola Superiore Navale che nel 1870 fu fondata nel capoluogo ligure non a caso ma per l’importanza che lo scalo ricopriva allora e ricopre ancora oggi. A Genova operano innumerevoli attività connesse all’ingegneria navale: società di navigazione, registri navali, studi professionali, cantieri, assicurazioni e centri di ricerca navale. L’appeal di Ingegneria Navale rischierebbe di indebolirsi se fosse allontanata da Genova e dal suo porto, attorno al quale vive un’economia che, nonostante la crisi, dà oggi lavoro a circa 30mila persone ed è il principale riferimento dell’Italia dello shipping nel mondo. Genova, non dimentichiamolo, è anche la città baricentrica sia per tutto il bacino degli studenti liguri sia per quelli, e sono tanti, provenienti dal Basso Piemonte: pensiamo che oggi a frequentare la Facoltà sono per il 50% ragazzi “fuori sede. Questa vicenda fa poi emergere un grave dato politico: la mancanza di confronto su di una decisione strategica fondamentale. L’accordo per il trasferimento di Ingegneria Navale deve essere sottoscritto anche da un rappresentante della Regione, ma fino ad oggi il tema non è mai stato affrontato in Consiglio Regionale. Ritengo quindi doveroso che – per rimediare alla mancanza di condivisione fino a ora dimostrata dalla giunta Burlando – sia aperta una discussione in merito nelle commissioni competenti coinvolgendo tutte le parti interessate.
Auspico infine che la giunta si attivi al più presto per supportare la proposta di Fincantieri che ha manifestato la disponibilità a ospitare nel cantiere di Sestri Ponente i laboratori di Ingegneria navale. Nel frattempo Genova deve costruire intorno a questa proposta un disegno per il rilancio di un corso di studi strategico per la città, supportando l’offerta didattica del corso e mettendo a sistema le immense competenze, professionalità e risorse presenti in questo settore nel capoluogo ligure. Perdere Ingegneria Navale significherebbe perdere un pezzo importante del nostro futuro.
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Genova senza Ingegneria Navale e Istituto Idrografico? Impensabile.

By pellerano_14   /     Mar 20, 2013  /     Genova, Lavoro e formazione  /     0 Comment

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Qui le parole con cui ho accompagnato la presentazione di due interrogazioni sull’Istituto Idrografico. (aggiornamento del 26.03.2012) 

Sulle ipotesi di trasferimento da Genova della facoltà di Ingegneria Navale e dell’Istituto Idrografico della Marina, ecco il mio comunicato ai media e alle istituzioni.

Genova reagisca o perderà Ingegneria Navale e l’Istituto Idrografico della Marina.

Sindaco, Regione, Autorità Portuale gestiscono il disarmo della città o credono nel suo rilancio? Le autorità devono prendere posizione a sostegno dell’economia marittima.

Genova sembra una città che non ha più coscienza di sé, ma la colpa è delle istituzioni, i cittadini non sono rassegnati. E’ incredibile il silenzio seguito all’intervento di Lorenzo Forcieri, Presidente dell’Autorità Portuale della Spezia, che nelle scorse settimane ha reso chiara un’ipotesi di cui si parla da mesi: il trasferimento a Spezia del corso di Ingegneria Navale dell’Università di Genova e dell’Istituto Idrografico della Marina. 

Non é possibile che di fronte ad un’ipotesi tanto grave le istituzioni cittadine tacciano. E’ in ballo il settore chiave dell’economia genovese – quello marittimo – che occupa più di 30.000 persone.  Genova non può rinunciare ad Ingegneria Navale e al prestigio dell’Istituto Idrografico della Marina, storicamente presente nel più grande porto italiano. 

 Forse a qualcuno sfugge che all’Istituto Idrografico lavorano circa 200 persone?

O il ruolo strategico di Ingegneria Navale nell’economia genovese?

 Si pensi ai cantieri, alle compagnie di navigazione, al Registro Navale Italiano, alle assicurazioni marittime, agli studi di ingegneri e di periti oltre alle imprese portuali. La presenza a Genova del corso di Ingegneria Navale è ampiamente giustificata sotto ogni punto di vista.

Presenterò un’interrogazione  per  capire se la Giunta Regionale ha un pensiero in merito alle ipotesi di trasferimento e per difendere la permanenza a Genova dell’Istituto Idrografico e di Ingegneria Navale. L’ente della Marina potrebbe trovare spazio nelle vicinanze dei Magazzini del Cotone, dove ha sede la Guardia Costiera. Per Ingegneria Navale la zona ideale potrebbe essere Sestri Ponente, a stretto contatto con il mondo delle aziende, a ridosso del futuro parco Tecnologico degli Erzelli.” 

In generale, vedo una mancanza di strategia sulla città e l’incapacità  di valorizzare i propri punti di forza. E’ incredibile ascoltare il sindaco Doria secondo cui Gronda e Terzo Valico non porterebbero lavoro. Il futuro di Genova è legato in gran parte alle sue infrastrutture, la città è isolata, è in ballo la difesa di tantissimi posti di lavoro e la possibilità di crearne altri! 

Genova nel mondo è riconosciuta e apprezzata come una capitale dello shipping, forse non abbiamo abbastanza la coscienza e l’orgoglio del nostro ruolo strategico per l’Italia. Se Genova perde il suo peso in termini di traffici e competenze in ambito marittimo, a rimetterci sarà tutto il sistema-paese legato all’economia del mare.  Di fronte a questo pericolo  mi aspetto un forte pronunciamento a difesa di Ingegneria Navale e dell’Istituto Idrografico da parte del Sindaco di Genova e dei Presidenti di Regione ed Autorità Portuale. Servono risposte efficaci e serve un confronto tra i soggetti interessati da queste vicende.

L’Istituto Idrografico della Marina a Genova

La vicenda su il Giornale di oggi

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Lo Stato salvi la Ligustica, noi impegniamoci per il rilancio della cultura in chiave turistica.

By pellerano_14   /     Ott 17, 2012  /     Genova, Lavoro e formazione, Sport e Cultura  /     0 Comment

Al convegno sul futuro dell’Accademia Ligustica del Giugno scorso, con il Presidente Raimondo Sirotti.

Ho presentato in Regione un’interrogazione sul futuro dell’Accademia Ligustica delle Belle Arti.

L’Accademia ha bisogno di un intervento strutturale che può solo arrivare dalla statizzazione. Pertanto auspico che il ministro Profumo affronti in tempi brevi il tema dando un’accelerata al processo di passaggio allo Stato, per altro già avviato in questi ultimi anni. Il ministro stesso, durante un recente incontro avuto con i lavoratori della Ligustica, ci ha già assicurato la volontà di mettere nella agenda un incontro a Roma

Grazie alla vendita di alcune tele alla Fondazione Carige e all’intervento della Regione che questa estate ha stanziato 200mila euro è stato possibile dare un po’ d’ossigeno all’Accademia. Tuttavia permangono i problemi di carenza di fondi per garantire continuità all’offerta formativa di questo che è l’unico Istituto di Alta formazione artistica di preparazione nel campo delle arti figurative presente in Liguria, frequentato da 413 studenti. Per ora si è riusciti, con grande sforzo da parte degli enti locali, a tappare il buco pregresso e a corrispondere gli stipendi arretrati ai docenti. La soluzione definitiva a tutti i problemi economici dell’Accademia può arrivare però solo dal progressivo passaggio allo Stato. Ricordo che l’Accademia Ligustica di Genova e quella di Perugia sono le uniche in Italia a essere finanziate in modo esclusivo da Regione, Provincia e Comune e quindi non dallo Stato. A oggi i fondi erogati dagli enti locali non bastano a garantire il regolare svolgimento della didattica. Inoltre, proprio l’assessore alla Cultura Berlangieri ha evidenziato le incertezze per il futuro derivanti dall’oramai imminente superamento delle Province. Infatti, a oggi, non è possibile stabilire se tra le funzioni della nuova città metropolitana ci sarà anche quella di provvedere economicamente all’Accademia, come fino a oggi ha fatto l’ente provinciale di Genova. In attesa che sia affrontata la definitiva statizzazione in sede ministeriale, ritengo che la Regione possa attivarsi nella valorizzazione sia dell’Accademia sia del Museo, integrandoli nei percorsi turistici già esistenti e dando una maggiore visibilità al patrimonio artistico custodito nelle sale della Ligustica che oggi, incredibilmente, sono chiuse ai visitatori durante i fine settimana. Inoltre, visto che alcune tele sono oggi proprietà della Fondazione Carige, che si è impegnata a restaurarle e a renderle fruibili al pubblico, sarebbe auspicabile creare un percorso turistico-culturale che si snodi dall’Accademia alla sede della Fondazione stessa, con eventuale coinvolgimento di sponsor privati.

Accademia Ligustica, cosa è?

Fondata nel 1751, l’Accademia Ligustica di Genova è l’unico Istituto di Alta formazione artistica di preparazione nel campo delle arti figurative in Liguria e copre la richiesta anche del Basso Piemonte. Gli studenti sono 413: 320 frequentano corsi tradizionali (di cui 21 stranieri), 60 i corsi liberi e 33 i corsi singoli. I corsi triennali e biennali (decorazione, pittura, scenografia, progettazione artistica per l’impresa, scultura e grafica d’arte) formano professionalità richieste soprattutto in ambito teatrale, del restauro e della grafica.

Con la riforma seguita alla legge 508/1999, l’Accademia ha avviato un processo si profondo ammodernamento e ha adeguato l’offerta formativa ai livelli richiesti dal ministero per l’autorizzazione al rilascio dei titoli legalmente riconosciuti. L’Accademia ha tutti i requisiti che la rendono un’istituzione assimilabile all’organizzazione di un’Accademia di Stato. La legge 508/1999 prevede la possibilità di una graduale statizzazione delle accademie storiche legalmente riconosciute. A oggi le uniche Regioni che non hanno un’accademia statale sono la Liguria e l’Umbria, sui cui territori operano accademie sostenute dagli enti locali e quindi non godono di un sostegno da parte dello Stato.

L’Accademia di Genova ha usufruito negli anni, al pari delle altre accademie storiche, di un contributo statale. I problemi sono iniziati nel 2008 quando lo Stato ha deciso di abrogare il contributo annuo di 300mila euro che ne garantiva il funzionamento. L’attuazione della legge 508/1999, attraverso la graduale statizzazione, consentirebbe la sopravvivenza dell’Accademia, senza maggiori oneri per lo Stato, anche attraverso la mobilità di personale di accademie statali.

Qui di seguito una lettera del Presidente della Regione Burlando al Ministro dell’Istruzione nella quale è citato il mio impegno per l’Accademia

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