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GENOVA IN DIFFICOLTÁ, GENOVA DA DIFENDERE – Di mestiere faccio l’avvocato, ma ho scoperto di essere avvocato anche in politica

By pellerano_14   /     Set 22, 2014  /     Articoli in evidenza  /  

Di mestiere faccio l’avvocato, ma ho scoperto di essere avvocato anche in politica. Difendo Genova perché ne ha assolutamente bisogno.

Infatti, scorrendo le iniziative che ho portato avanti in questi anni in Consiglio Regionale, trovo:

  • l’appello contro il trasferimento a La Spezia della facoltà di Ingegneria Navale (nata a Genova 140 anni fa);
  • la difesa dell’Archivio di Stato genovese, a rischio declassamento;
  • la difesa dell’Accademia Ligustica di Belle Arti;
  • l’intervento contro lo “scippo” di competenze a danno del Tribunale di Genova;
  • la battaglia contro il trasferimento dei debiti della Regione a danno di ARTE (l’ente che deve occuparsi di edilizia popolare, e non di “alleggerire” i bilanci altrui);
  • la difesa del quartiere di Begato da nuovi scempi edilizi;
  • il mio intervento che – dopo la vendita da parte della Regione – ha riaperto il dibattito sul futuro dell’ex Ospedale Psichiatrico di Quarto, destinato ad ospitare il palazzetto della salute per il Levante e spazi per il Quartiere.

Sono tutti casi in cui Genova ha avuto bisogno di una difesa contro decisioni ingiuste e la mia voce si è levata nel silenzio di troppi “avvocati difensori” che hanno rinunciato all’incarico di rappresentare la città.

La dirigenza politica genovese dà l’impressione di essere rassegnata alla sconfitta, al declino proprio e della città. Il PD non difende Genova, anche se la governa da decenni. La guida del Partito Democratico in Liguria è contesa da tutti gli esponenti locali tranne che da quelli genovesi. Per lungo tempo il partito genovese è stato commissariato da un savonese, tuttora segretario regionale. Sua moglie è Presidente della Fiera di Genova. Le lotte intestine tra esponenti PD di Savona e La Spezia vedono la “grande” Genova paradossalmente come il vaso di coccio. Due capaci esponenti del PD spezzino, marito e moglie, sono saldamente insediati a Genova: uno governa il porto e l’altra, come assessore, gestisce le infrastrutture della Regione e da alcune settimane anche il ciclo dei rifiuti. Nessun genovese del PD mostra forza sufficiente per ambire alla Presidenza della Regione.

Marco Doria a sua volta è l’immagine di un PD genovese che subisce e non decide. Quotidianamente il PD contesta il “suo” sindaco, che porta nel nome la storia gloriosa della città, nei fatti il declino di questi anni. Il PD contesta Doria ma non lo fa cadere, perché facendo cadere Doria il PD metterebbe a rischio le proprie rendite di potere in città.

Intanto ogni giorno Genova rischia di perdere attività prestigiose e strategiche. Di Ingegneria Navale dicevo sopra. Aggiungo il caso dell‘Istituto Idrografico della Marina. Sono due istituzioni la cui presenza secolare in Città ho difeso, mentre il PD, senza il mio allarme, avrebbe lasciato mano libera a chi cercava di trasferire tutto a La Spezia o addirittura fuori regione.

E l’Archivio di Stato? Possibile che solo io mi sia accorto del “declassamento” in arrivo? E’ impensabile che l’Archivio di una Repubblica Marinara, sede del primo archivio notarile della storia, possa retrocedere in termini di prestigio e stanziamenti.

Sono solo alcuni esempi: qui c’è da controllare tutto e da difendere a oltranza, perché le amministrazioni locali, oltre a mancare di una strategia di rilancio, sono alquanto distratte nel presidiare e valorizzare ciò che il lavoro e la cultura della città hanno costruito nel tempo.

Credo di essere stato un difensore di buone cause e, tutto sommato, vincente: ogni volta che mi sono mosso si è sventato un rischio, un problema inosservato è stato messo in luce, un impegno è stato portato a termine.

In Consiglio Regionale ho fatto diverse proposte, alcune accolte (ad esempio la pubblicazione on-line delle delibere delle ASL e il taglio di Viacard e Telepass per i Consiglieri Regionali). Ma dall’opposizione non si detta la linea, si possono solo limitare i danni e – se possibile – ribaltare la situazione. Così è stato per la vendita degli immobili dalla Regione ad ARTE Genova, un tentativo di abbellire il bilancio della Regione mettendo a rischio i conti dell’Ente regionale per l’edilizia popolare. Con le mie denunce ho anticipato le contestazioni alla Giunta Burlando formulate dagli ispettori del Ministero dell’Economia e dalla Corte dei Conti.

Ho fatto “l’avvocato” anche quando ho ritenuto che alcuni problemi poco appariscenti richiedessero giustizia, temi poco redditizi in termini di consenso personale ma determinanti per la qualità della vita di soggetti deboli come i pazienti psichiatrici o i carcerati.

Chiunque fa politica seriamente è avvocato di una comunità, anche senza laurea e senza titoli. Una buona causa da difendere non manca mai, individuarla e trovare il modo giusto di farla valere è fare buona politica.

A Genova – per troppi anni – le cose non sono andate sempre così: una classe dirigente senza prospettive ha abdicato ai suoi doveri, pur restando al proprio posto. Va detto chiaramente se vogliamo non solo difendere Genova, ma progettare il suo futuro per davvero: occorre voltare pagina!

Genova ha bisogno di essere difesa ed urgono “progettisti” disinteressati, amanti della città, che ne conoscano il potenziale, la bellezza, la complessità. Donne ed uomini che aiutino la città a riprendere il largo.

E questo è l’interesse di tutta la Regione, perché se Genova rimarrà in crisi difficilmente la Liguria potrà sorridere.

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