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Sono rimasto l’unico a chiedere più concorrenza. Intanto a Novembre 2012 Genova è la città più cara d’Italia…

By pellerano_14   /     Dic 18, 2012  /     Economia e sviluppo, Genova  /     0 Comment

In Regione solo io ho votato contro le modifiche al “Testo Unico in materia di commercio”, che non aiuta i genovesi a risparmiare. Intanto molte famiglie stentano ad arrivare a fine mese.

Un obiettivo primario oggi è quello di aiutare le famiglie genovesi ad arrivare a fine mese. Perciò diventa fondamentale anche abbattere il costo della spesa, che in Liguria, e in particolare a Genova, è  troppo alto. Agevolare la concorrenza dovrebbe essere un compito del legislatore regionale, ma l’ultimo provvedimento non va affatto in questa direzione.  Da qui il mio voto contrario, unico tra i consiglieri regionali, al “Testo Unico in materia di commercio”. La nuova programmazione approvata denota una visione dirigista dell’economia, l’avversione all’apertura di nuovi punti vendita di grandi dimensioni (tutelando così un monopolio di fatto..) e la propensione a sovrapporre vincoli regionali e comunali: infatti la Regione rimanda ad un’ulteriore programmazione comunale, con la possibilità di porre altri paletti.

Secondo l’Istat (dato confermato dal bollettino statistico del Comune di Genova) i prezzi sono aumentati del 3,4% in un anno: una variazione addirittura quasi doppia rispetto a quella di Milano, che segna un +1,8%. Una differenza pagata cara dai genovesi. Viste le difficoltà a creare lavoro in un momento di crisi economica, è ancora più evidente che le famiglie vanno tutelate anche aumentando la concorrenza tra grandi centri commerciali dove si va proprio per risparmiare. Genova, per la sua orografia, rende più difficili e costosi gli spostamenti dei cittadini, che quindi non possono permettersi troppi viaggi, per esempio a Serravalle, se il risparmio è reso vano dal costo di benzina e autostrada. Considerando che, secondo l’Istat, una famiglia italiana spende annualmente 5.724 euro per la spesa (Genova è sopra alla media nazionale!), un risparmio anche solo del 5% consentirebbe di avere in tasca circa 300 euro in più a fine anno. E credo che i soldi risparmiati dai genovesi potrebbero anche essere spesi proprio nel commercio al dettaglio, con qualche acquisto in più tra negozi di quartiere e botteghe tradizionali. Una maggiore concorrenza potrebbe quindi essere d’aiuto anche alla filiera della piccola distribuzione.

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Concorrenza nella grande distribuzione a Genova? Non pervenuta.

By pellerano_14   /     Dic 12, 2012  /     Economia e sviluppo, Genova  /     0 Comment

Ieri l’edizione genovese del Giornale ripropone la questione della mancanza di concorrenza nella grande distribuzione, in particolare a Genova.

E’ l’occasione per tornare sulla discussione che questa estate mi ha visto contrapposto a Coop Liguria.

Pochi giorni dopo un mio intervento sul Secolo XIX, il Presidente della Coop aveva replicato sulle stesse pagine dichiarando che:

1) “compito degli amministratori locali non è quello di favorire questa o quell’insegna, ma di garantire il rispetto da parte di ciascuno delle regole urbanistiche derivanti e commerciali”.

Su questo sono d’accordo: gli amministratori non devono facilitare nessuno, neppure i soggetti già presenti, ma – oltre a garantire il rispetto delle regole –  tali regole devono stabilire e nel fare ciò determinano il grado di concorrenza nel mercato.

2) “Naturalmente è del tutto legittimo che qualcuno possa fare il tifo per la presenza di questa o quell’insegna”.

Se il Presidente di Coop si riferisce a me si sbaglia, non mi conosce bene. Io – a differenza di altri forse – non faccio il tifo per nessuna insegna. Faccio il tifo per le persone che ogni giorno vanno a fare la spesa e sono convinto che potrebbero risparmiare se a Genova ci fosse più concorrenza.

3) Avrei avvelenato il clima con “notizie false e tendenziose”.

Ritengo di non aver fornito alcuna notizia falsa: ho riportato dati di ricerche pubbliche, citandone le fonti. Per di più dopo il mio intervento il dato è stato confermato dall’Ufficio Statistico del Comune di Genova, che dubito pubblichi dati tendenziosi.

Ribadisco quanto riporta oggi Il Giornale: è vero che in termini di metri quadrati la quota di supermercati Coop a Genova è inferiore a quella di Carrefour e di Sogegross, ma la Coop gestisce 14 punti vendita rispetto ai 78 della Carrefour ed ai 74 della Sogegros. E’ un dato di fatto che la Coop ha quasi tutti i supermercati di grandi dimensioni. E tale quota è destinata a salire dopo l’apertura di Eataly e con le prossime aperture Coop a Sestri ed in Val Bisagno.

Per concludere rivolgo una semplice domanda: quanti sono gli ipermercati a Genova, città con più di 600.000 abitanti? A me risulta che ce ne sia uno solo, della Coop.

A presto.

A novembre il Giornale era intervenuto denunciando il silenzio generale sulla questione

Qui il mio intervento del Luglio scorso sulla grande distribuzione

Qui la replica del Presidente di Coop Liguria

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Comune inadempiente, famiglie senza casa!

By pellerano_14   /     Dic 09, 2012  /     Ambiente e territorio, Genova, Sanità e Sociale  /     0 Comment

“È passato più di un anno e le sei famiglie evacuate dalla palazzina di via Bocciardo 1 sono ancora fuori di casa senza neppure sapere quando potranno farvi rientro”. La denuncia è di Lorenzo Pellerano, consigliere regionale della Lista Biasotti, che ha depositato un’interrogazione in Regione in merito all’evacuazione, avvenuta il 4 dicembre 2011, degli inquilini del palazzo di via Bocciardo 1 nel quartiere di Borgoratti a Genova.

“Queste famiglie – spiega Pellerano – aspettano ormai da un anno risposte sui tempi della messa in sicurezza e sulle modalità di rientro a casa, ma la situazione rimane bloccata nonostante gli uffici competenti del Comune di Genova abbiano scritto nero su bianco che sono necessari lavori di consolidamento nel cantiere, e la situazione di pericolo sia stata confermata dal Tribunale di Genova. Nel frattempo, oltre al disagio derivante da una prolungata assenza da casa, queste famiglie si sono dovute sobbarcare tutti gli oneri del trasferimento temporaneo in un altro appartamento. Infatti chi di loro non ha l’opportunità di farsi ospitare da amici e parenti si è trovato costretto a cercare una sistemazione in affitto, dovendo così fronteggiare spese ulteriori”.

L’odissea delle famiglie di via Bocciardo 1 è iniziata il 4 dicembre 2011 quando si è verificato uno smottamento nell’area sottostante l’edificio dove abitano. “Proprio sotto l’edificio in questione – spiega Pellerano – dal 2009 era aperto un cantiere per la realizzazione di un’autorimessa interrata. Dopo le forti piogge dell’autunno 2011 che tutti ricordiamo, nell’area si è verificato un cedimento strutturale nelle palificazioni di sostegno in cemento armato sottostanti il palazzo di via Bocciardo. La caduta di un pilastro di sostegno ha causato un improvviso e grave danno strutturale al palazzo che, dopo l’intervento dei vigili del fuoco, è stato immediatamente evacuato. Dopo numerosi esposti fatti dagli abitanti da cui sono scaturiti alcuni sopralluoghi da parte delle autorità competenti, è stata riscontrata la difformità dei lavori in corso rispetto alle autorizzazioni. Pertanto il Comune ha disposto “l’immediata sospensione dei lavori” , la revoca dei permessi alle imprese costruttrici ed ha imposto alle ditte di provvedere alle “opere necessarie a garantire la sicurezza dell’edificio condominiale e dell’area di cantiere”.

Le imprese costruttrici, tuttavia, non hanno portato a termine la messa in sicurezza dell’area e a più di un anno di distanza la situazione di pericolo permane, nonostante gli uffici di Pubblica incolumità del Comune di Genova abbiano disposto che, in caso di mancato adempimento da parte delle ditte, dovesse essere il Comune stesso a provvedere.

“A questo punto – scrive Pellerano in una nota – ritengo non si possa più perdere altro tempo ed occorra fornire risposte certe alle famiglie interessate da questa triste vicenda, ponendo fine agli scarica-barile ed alle solite lungaggini burocratiche. Mi aspetto che la Regione e il Comune intervengano al più presto, in primis per dare un’adeguata ospitalità temporanea alle famiglie evacuate, ma anche per accertare e sanzionare eventuali responsabilità, pubbliche e private.

Occorre poi provvedere con massima urgenza alla messa in sicurezza sia dell’edificio di via Bocciardo, per consentire in tempi brevi il ritorno a casa delle famiglie evacuate, sia di tutta la zona circostante, per evitare che la situazione si aggravi ulteriormente. Il terreno su cui doveva sorgere il park interrato è stato dichiarato a rischio idrogeologico dalla Provincia e da un anno è un cratere abbandonato. Sopra lo scavo sorgono altre palazzine e vivono decine di famiglie. Non si può perdere altro tempo”.

Qui le foto di Genova24.it

Qui l’articolo della Gazzetta del Lunedì

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Controlli sulle spese alla Regione Liguria

By pellerano_14   /     Dic 06, 2012  /     Economia e sviluppo, Politica e Trasparenza  /     0 Comment

pell rep

Di seguito, lo stesso articolo in formato solo testo.

Il giovane consigliere della lista Biasotti che sollevò il caso pedaggi: è già un assurdo privilegio averlo, il Telepass.

Pellerano: “Ho già vinto la mia battaglia, i dati sulle spese sono stati pubblicati”

NADIA CAMPINI

NON mi aspettavo certo tutto il putiferio che è scoppiato quando ho raccontato di quello che spetta ai consiglieri regionali per le trasferte, e tra l`altro lo avevo fatto senza alcun intento polemico, solo per far capire la realtà». Lorenzo Pellerano, consigliere regionale della lista Biasotti, era stato il primo ad alzare il velo sui privilegi di cui godono i consiglieri regionali che si devono spostare lungo le strade liguri e adesso che la Guardia di Finanza è arrivata negli uffici del Consiglio, chiedendo proprio le pezze giustificative
di quei viaggi, non ci sta a passare per il censore dei suoi colleghi.
E` stato lei a presentare un esposto sugli sprechi delle trasferte?
«Assolutamente no. Penso che non sia neanche il mio compito. Ricordo solo che era appena scoppiato il caso Fiorito e in consiglio regionale, come succede per tanti altri argomenti, i giornalisti mi avevano chiesto un commento su quelle vicende.
Io avevo raccontato la mia esperienza personale riguardo ai pedaggi autostradali».
Cosa aveva fatto al momento di assumere la carica di consigliere regionale?
«Era il 2010, mi era stato detto che avevo diritto alla Viacard e al Telepass per tutti i pedaggi autostradali per motivi di servizio. Io avevo preferito ritirare solo la Viacard, per evitare il rischio di fare confusione tra le spese personali e quelle politiche.
Con questo non sto dicendo che chi ha preso il Telepass se ne approfitti o viceversa.
Quello che è vero però è esistono privilegi sui quali si può intervenire».
Quali privilegi?
«Se penso al tema della mobilità quello delle Viacard o dei Telepass è già un privilegio,
perché comunque i consiglieri regionali hanno diritto ad un rimborso forfettario per gli spostamenti, rimborso che varia a seconda della distanza del luogo di residenza da Genova, sono 2800 euro al mese fino a 25 chilometri da Genova, sede della Regione, a salire fino ad un massimo di 4500 per chi risiede oltre gli 80 chilometri. Quel rimborso copre già le spese senza bisogno di pagare ancora a parte i pedaggi. Intendiamoci, non
c`è nulla di illecito, lo prevedono le norme, ma nel momento in cui tutti devono tirare la cinghia penso che su queste norme sia necessario intervenire… »
Le sue dichiarazioni avevano portato alla pubblicazione dei dati delle spese dei gruppi
in Liguria, cosa ne è emerso?
«Intanto sicuramente è positivo il fatto che si sia arrivati alla pubblicazione di quei dati.
Un`operazione di trasparenza importante nei confronti dei cittadini e da quei dati è emerso che la Regione Liguria è abbastanza virtuosa, dove prevale un atteggiamento tutto sommato sobrio. Insomma, niente ostriche. E poi il percorso di riduzione di spese della politica qua in Regione Liguria lo avevamo già avviato anche prima che scoppiassero gli scandali».
In che modo?
«Abbiamo già ridotto il numero dei consiglieri regionali da quaranta a trenta e il numero
degli assessori da dodici a sei. Dal Parlamento attendiamo ora la definizione del decreto
che stabilirà quali ulteriori risparmi vanno fatti sui costi della politica, insomma, stiamo
procedendo su una strada già avviata».

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