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Trasparenza: ecco quanto costa alla Liguria il Telepass dei consiglieri

By pellerano_14   /     Set 27, 2012  /     Politica e Trasparenza  /     0 Comment

Questa è la tabella riportata oggi dal Secolo XIX, riguarda le spese autostradali dei consiglieri regionali nei primi otto messi del 2012.

Credo sia un utile contributo verso la trasparenza totale riguardo i costi degli eletti in Regione.

Viste le polemiche sorte sull’argomento, ci tengo a fare alcune precisazioni. E’ evidente che si può essere corretti utilizzando il telepass o scorretti utilizzando la viacard. La mia è stata una scelta personale libera e convinta, messa in atto fin dal mio ingresso in Consiglio Regionale nel 2010. Non era mia intenzione mettere nessuno sul banco degli imputati quando ho detto che di fronte alla possibilità di usufruire di telepass e viacard ho preferito non ritirare il primo.  Ma ben venga il “rumore” di questi giorni se serve da stimolo ad aumentare la trasparenza, a responsabilizzare chi dispone di risorse pubbliche e a ridurre i costi.

Sui pedaggi mi pare che i dati riportati dai giornali siano sostanzialmente coerenti rispetto ai luoghi di residenza dei consiglieri. Come è normale che sia “in cima alla classifica” risultano i colleghi consiglieri delle province di Imperia e La Spezia, che quotidianamente viaggiano ore (spesso in coda) per raggiungere Genova. Per quanto mi riguarda abito nel raggio di un km dalla sede della Regione Liguria.

Ora mi auguro che si vada avanti, anche in altri comparti dove gli importi di spesa sono decisamente più rilevanti. A suo tempo avevo chiesto che le delibere delle Asl fossero pubbliche in permanenza, anziché sparire dopo pochi giorni.  Si tratta di impegni annuali di oltre 3 miliardi di Euro, ne riparleremo presto.

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I cittadini pagano 4,3 miliardi di penale per un ospedale che non si farà.

By pellerano_14   /     Giu 02, 2012  /     Genova, Politica e Trasparenza, Sanità e Sociale  /     0 Comment

Proprio in questi giorni all’insegna dei tagli e ridimensionamenti del sistema sanitario ligure  la Asl 3 è stata condannata a corrispondere 4,3 miliardi alla Società Progetto di Vallata in conseguenza alla revoca della convenzione per la realizzazione dell’Ospedale di Vallata nell’area ex Mira Lanza in Valpolcevera. La mancata costruzione della struttura ospedaliera del Ponente genovese ha avuto un percorso lungo e controverso, scandito da liti e dispetti all’interno del Pd.

Infatti, ricordo che dal 2007 al 2011 abbiamo assistito al lungo braccio di ferro tra il presidente Burlando e il sindaco Vincenzi sull’individuazione dell’area per l’ospedale di Ponente, con scelta finale ricaduta su villa Bombrini, stralciando solo pochi mesi fa in via definitiva l’area ex Miralanza individuata dalla giunta Pericu.

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Il Presidente Napolitano a Vernazza

By pellerano_14   /     Mar 24, 2012  /     Politica e Trasparenza  /     0 Comment

Se avete un po’ di tempo Vi consiglio l’ascolto dell’intervento del Presidente della Repubblica in visita a Vernazza il 21 marzo 2012 in occasione del convegno dal titolo “Dall’ emergenza alla prevenzione. Risorse e politiche per il territorio”. Tanti spunti: l’importanza di rinunciare al consenso fondato sul dissesto del territorio, la necessità di diminuire il debito a favore delle prossime generazioni, la capacità di individuare priorità, la continuità nelle politiche pubbliche di medio e lungo periodo. Un discorso vero, sentito, con una conclusione commovente. Mi ha emozionato ascoltare dal vivo questo
invito alla responsabilità e, subito dopo, ricevere dal Presidente Napolitano un saluto affettuoso come Consigliere Regionale più giovane.

Qui l’intervento del Presidente della Repubblica

 

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Marco Doria: stessa sinistra, solita storia

By pellerano_14   /     Mar 16, 2012  /     Genova, Politica e Trasparenza, Porti e Infrastrutture  /     0 Comment

A Genova la classe dirigente è la stessa da 30 anni, è profondamente conservatrice e  alle primarie è andata a votare in gran parte per Doria. Basta guardare i dati sull’affluenza: alta nei quartieri borghesi, bassa nelle zone operaie. Secondo me l’articolo di Enrico Pedemonte su Linkiesta del 14 Febbraio – A Genova borghesi in fila per Doria e operai a casa – è interessantissimo perché mette l’accento su di una grande realtà: la classe dirigente genovese non è più credibile agli occhi della classe operaia / popolare. Parlano i fatti.

  • Acciaierie di Cornigliano: un tempo ci lavoravano 12.000 persone, oggi meno di 1.200.  L’allora Presidente della Regione Sandro Biasotti aveva firmato l’accordo di programma che prevedeva la chiusura dell’altoforno e la restituzione alla città di grandi spazi dove insediare attività industriali e portuali. La giunta Burlando ha riscritto quell’accordo e oggi sulle aree liberate giacciono i containers vuoti dell’amico Spinelli (che nel frattempo ha fatto un affarone comprando e rivendendo l’area degli Erzelli).
  • Fiumara: si trattava di spazi a ridosso del porto e vicini alla ferrovia, non penso sia stata un’idea lungimirante farne un centro commerciale.
  • Autoparco: se ne parla e se ne chiacchiera da 20 anni. Genova è il porto più grande d’Italia, passano da noi migliaia di camion al giorno. Perché non realizzare un luogo dove fare il pieno, cambiare l’olio, fare riparazioni, mangiare un piatto di trenette al pesto, ospitare i camionisti ? Lo so è un tema troppo terra terra…
  • Sesto Bacino delle riparazioni navali: ne parliamo da anni, nel frattempo gli imprenditori genovesi investono a Marsiglia perché si sono rotti delle lungaggini genovesi. E via altri posti di lavoro, si noti, mica ad Albaro e a Castelletto.
  • Fincantieri: ma chi ha deciso di costruire un porticciolo turistico davanti al cantiere ? E perché per concretizzare il riempimento / ribaltamento a mare si è atteso tanto ? Gli errori della politica locale hanno pesato sulla debolezza di Sestri Ponente (e di chi ci lavora) nella trattativa con gli altri 7 cantieri d’Italia.
  • Ansaldo Energia: com’è possibile che da anni un’azienda che dà lavoro a 2.900 persone a Genova debba assemblare e montare le sue turbine a Massa Carrara perchè non riesce ad ottenere un accesso al porto più grande d’Italia ?

E poi le infrastrutture: in Italia – tanto più negli ultimi anni – esistono solo le priorità. Ciò che non è prioritario non esiste ed un candidato sindaco che non rivendica Gronda e Terzo Valico fa da sponda a chi vorrebbe dirottare gli investimenti altrove. Già una volta Bersani e Di Pietro hanno bloccato il terzo valico e Burlando la Gronda (allora Bretella autostradale) l’ha fermata negli anni ’90. Mi chiedo, sarà la stessa classe dirigente che ha commesso questi errori di politica industriale ad affiancare il sindaco Doria ? O forse – come pare – sarà la generazione degli amministratori anni ’80 – ’90, per intenderci quelli che han fatto il buco di bilancio che ci trasciniamo ancora oggi? L’alternanza è auspicabile perché consente un ricambio nei ruoli di responsabilità e nei partiti, promuove la mobilità sociale (a Genova prevale la conservazione), ridimensiona l’effetto clientelare e le raccomandazioni. In città ci sono cinquantenni che non hanno mai dovuto cercare un posto di lavoro vero: passano da incarichi politici a quelli amministrativi, ai consigli di amministrazione delle società pubbliche… Chi dimostra che l’ennesimo cambio di sindaco cambierebbe qualcosa ? Come dice Burlando, il PD dovrà dire la sua su programma e soprattutto uomini, che sono gli stessi di cui sopra. E poi come dimenticare lo slogan della Vincenzi, dopo 10 anni di Pericu e decenni di sinistra: la nuova stagione. Io devo ancora capire come la candidatura di Marco Doria rappresenti una rottura rispetto ai decenni che lo precedono, mi pare inevitabile il contrario. E allora basta, chiedo che i sostenitori di Marco Doria rivendichino orgogliosi la mancata approvazione del bilancio del Comune di Genova, rivendichino l’operato della giunta Vincenzi, rivendichino decenni di malgoverno della sinistra !

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