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Le cause di diritto marittimo a Milano? Un assurdo.

By pellerano_14   /     Lug 04, 2013  /     Economia e sviluppo  /  

 

Ieri in Consiglio Regionale ho presentato un ordine del giorno, approvato all’unanimità,  per chiedere alla giunta di attivarsi affinché venga stralciato o rivisto l’articolo 80 del “decreto del fare” che affida a soli tre tribunali (Milano, Roma e Napoli) la competenza esclusiva per le cause civili in cui  sono parti società straniere che non hanno in Italia una sede secondaria con rappresentanza stabile. Con questa decisione si rischiano danni enormi per tutto il settore marittimo ligure e nazionale. 

La Regione deve garantire il diritto costituzionale alla difesa alle imprese dello shipping che si vedrebbero fortemente penalizzate. Sulla nuova norma ha già espresso parere contrario l’Associazione Italiana di Diritto Marittimo ed il Consiglio Nazionale Forense ha richiesto al Governo di abrogare l’articolo. Se in Italia rimarranno competenti solo i tribunali di Milano, Roma e Napoli, un fornitore navale genovese, ad esempio, per veder onorato un credito nei confronti di una società con sede a Panama, in Liberia o alle Isole Cayman, sarà costretta ad agire a Milano, il Tribunale geograficamente più vicino. È evidente l’aggravio burocratico, di tempi e di costi. Non solo: con la sottrazione della competenza territoriale a tutti i Tribunali dei porti marittimi nazionali, a eccezione di quello di Napoli, si rischia di rallentare le procedure di sequestro, ad esempio in caso di salvataggi di navi o di incidenti in mare, procedure che richiedono una particolare celerità per risultare efficaci, considerato il rischio che la nave lasci le acque italiane. A essere interessati da questo provvedimento sono tutti gli operatori del settore marittimo, centinaia di società italiane, quali riparatori navali, fornitori di bordo, raccomandatari e agenti, rimorchiatori, piloti, armatori.  

È opportuno, inoltre, fare una riflessione sulle competenze professionali di diritto marittimo richieste per la trattazione di questo genere di controversie, competenze difficili da riscontrare presso il Tribunale di Milano, che – per motivi geografici – non si distingue per una particolare tradizione in materia marittima e vede pochi giuristi dotati di una preparazione specifica e collaudata in tale ambito. Com’é normale che sia,  i Tribunali dove si è evoluta la giurisprudenza italiana in materia marittima si trovano nelle città portuali, sulla costa (anche, forse soprattutto, in Liguria) dove hanno sede molti studi legali che vantano una grande competenza specialistica in questo settore.

Auspichiamo, quindi, che il legislatore nazionale rivaluti la portata e le conseguenze di questa nuova disposizione che, secondo alcuni giuristi, potrebbe ipotizzare una violazione delle disposizioni costituzionali a presidio del diritto di difesa, poiché determina un ingiusto allontanamento dal giudice naturale ed un ingiustificato appesantimento dei costi. Ci auguriamo, infine, che l’ordine del giorno approvato, in modo bipartisan, abbia un seguito e che la giunta si attivi a tutela di un settore vitale per la nostra regione, come quello dello shipping, e di tutta l’economia del mare.

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